Una giornata diversa
(sottofondo consigliato) :)
Questa mattina il cielo di Milano promette una giornata di pioggia.
Mi riporta alla mente la vita londinese in cui, con cadenza quotidiana, le nubi si facevano improvvisamente veloci e correvano nel cielo ad abbracciarsi. Tale precipitoso affastellarsi scatenava minuscole e tintinnanti gocce sull’asfalto corrugato di Oxford Street. Una questione di manciate di secondi, eh: miriadi di ombrellini colorati si riversavano poi nelle strade della city senza provocare disagio alcuno. Era come assistere al realizzarsi di un gioco di colori ad olio sulla disordinata tavolozza di un pittore...
Milano è diversa: nessun gioco, pochi colori. Molto traffico. La metro diviene in pochi istanti umidiccia e impraticabile mentre, nelle strade, i milanesi nervosi e frettolosi restano ore nel traffico. Gesticolanti e agitati tirano colpi di clacson simili alle manovre di un chierichetto che, nel giorno di gran festa del paese, tenta di stonare la sua prima melodia con le campane della chiesa.
A Milano il tocco della pioggia rende fradici dentro. Credo sia correlato al fatto che in questa città non ci si possa mai fermare; neppure con un diluvio, un uragano o un ipotetico tsunami. Si deve restare focalizzati sull’obbiettivo: fare, concretizzare, concludere, correre rapidamente verso il nuovo cliente, la scadenza, il vertice della produttività.
Questa è la primissima volta in cui, in una giornata di questo tipo, mi fermo a pensare.
Anzichè farmi risucchiare dal caos innescato dalle intemperie, mi concedo di crogiolarmi nella tranquillità dei pensieri in divenire tentando di ripristinare la gerarchia interna che ho perduto.
Da dove cominciare a ricostruirsi?
Ricomincio. Da. Qui.
N. Bonnet